Educare alla legalità attraverso la bellezza: dipingere per riscattare l’umanità perduta

3 Ottobre 2022

Educare alla legalità attraverso la bellezza: dipingere per riscattare l’umanità perduta

Al laboratorio culturale Campania Bellezza del Creato una “personale” d’arte e di vita di un mafioso divenuto collaboratore di Giustizia e pittore

Attraverso la molteplicità delle sue manifestazioni, da sempre l’arte ha dato prova dell’immediatezza ed efficacia del suo linguaggio. Mezzo di comunicazione, strumento di conoscenza e analisi della realtà, di provocazione e sensibilizzazione, di trasmissione di valori universali, l’arte si mostra capace di condurre l’uomo lungo un percorso ascensionale di affinamento dell’animo, di riscoperta e riappropriazione di sé, o ancora lungo una catartica via di metamorfosi, di riscatto dell’umanità perduta, di liberazione e rinascita a vita nuova.

È il caso di Gaspare Mutolo, entrato a far parte negli anni ’50 dell’organizzazione mafiosa palermitana, che incontra la pittura in uno dei suoi soggiorni in prigione. Da quel momento in poi, l’arte pittorica diviene parte della sua vita, vita ch’egli, toccato ormai il fondo, trova la forza di cambiare al ritmo delle pennellate sulla nuda tela. Divenuto collaboratore di Giustizia prima con Giovanni Falcone e poi con Paolo Borsellino, Gaspare fa della sua parola e delle sue mani d’artista amatoriale la sua nuova arma, uno strumento di denuncia sincera e riscatto personale, capace di dare al bene il meritato spazio, di garantire ad esso l’ultima parola.

Nei quadri di Gaspare Mutolo, la bellezza non risiede nel soggetto rappresentato, piuttosto nell’intenzione che anima la rappresentazione pittorica, nella forza che incita il pennello a scavare a fondo nella memoria, ad immergersi nell’impasto a forti tinte di corruzione, violenza, dolore e morte, per trarne fuori raffigurazioni d’amara sincerità, cariche di denuncia e desiderio di riscatto.

I colori accesi, le forme semplici ed essenziali dell’opera di Gaspare Mutolo, raccontano il dramma dell’illegalità che nega all’uomo l’accesso alla felicità e alla pienezza di vita, e al contempo testimoniano la possibilità di cambiare rotta anche quando tutto sembra perduto, nonché di educare a vivere nella legalità attraverso il potente strumento dell’arte, che rappresentando il male, consente al bene di farsi strada.

Dall’8 al 20 ottobre, il Laboratorio culturale Campania Bellezza del Creato, presso il Santuario della Madonna dell’Arco di Sant’Anastasia, ospiterà la complessità dell’esperienza umana di Gaspare Mutolo fattasi mostra d’arte. L’iniziativa gode del patrocinio e del sostegno del comune di Sant’Anastasia e della Fondazione Polis ed è condivisa dalla Comunità dei Domenicani del Santuario Madonna dell’Arco, col Priore Padre Gianpaolo Pagano. Partecipano: l’Associazione Giuristi Cattolici della Diocesi di Nola, l’Amci Associazione Medici Cattolici Italiani della Diocesi di Nola, il Forum Nazionale delle Associazioni Socio Sanitario, l’UCSI Unione Cattolica Stampa Italiana, la Fondazione Studi Tonioliani e l’Associazione Nazionale Carabinieri sez. Napoli Est.

A contatto con l’arte, siamo invitati a farci testimoni della bellezza della Giustizia e della Legalità, portatori di speranza e cambiamento autentico nella nostra quotidianità.

 

Sabatino Fatigati

Campania, santuari come musei

28 Settembre 2022

Campania, santuari come musei

Lo scorso 21 settembre, il Laboratorio Culturale “Campania Bellezza del Creato” ha dato spazio alla presentazione della nuova guida sul patrimonio museale regionale “Campania, santuari come musei”, realizzata dall’Associazione Terre di Campania APS.

Riportiamo di seguito l’articolo di Alessandro Baiano, della redazione del giornale on line Terre di Campania.

 

Sabatino Fatigati

Campania, santuari come musei: la bellezza della Speranza, raccontata

Lo scorso  21 Settembre, Terre di Campania APS ha ufficialmente presentato la nuova guida “Campania, santuari come musei”: un prezioso volume divulgativo su alcune delle eccellenze museali meno in risalto della nostra regione

 

Lo scorso 21 settembre, presso il Laboratorio Culturale “Campania Bellezza del Creato” nel Santuario di Madonna dell’Arco a Sant’Anastasia (NA), Terre di Campania APS ha presentato una nuova, propria pubblicazione: la guida “Campania, santuari come musei”, un testo divulgativo che propone l’accurata descrizione di sei santuari campani, con annessi musei e territori, tanto splendidi quanto tristemente sottovalutati dall’opinione pubblica e spesse volte arginati dagli itinerari turistici più classici.

La narrazione che Terre di Campania APS ha dunque voluto portare avanti lungo la presentazione è stata in perfetta linea con i principali obiettivi dell’associazione: salvaguardia dei tesori locali, desiderio profondo di una concreta divulgazione e, soprattutto, valorizzazione del territorio sono state vere e proprie parole d’ordine per l’ideazione, la selezione dei santuari e la successiva metta in atto del progetto.

La presentazione al pubblico dell’opera ha evidenziato tutto ciò attraverso una prima introduzione della giornalista Maddalena Venuso, cui hanno fatto seguito il puntuale e preciso intervento sul palco da parte di Simone Ottaiano, che ha illustrato nel dettaglio gli elementi presenti nella guida, ha raccontato la genesi dell’idea e il modo in cui essa è stata sviluppata, e l’interessante discorso portato avanti dal Dott. Federico Lomolino, funzionario della Regione Campania per la Promozione e Valorizzazione dei Musei di ente locale e di interesse locale, che con non poco trasporto ha descritto l’attuale situazione dei musei in Campania, soffermandosi su tutte le potenzialità che questi hanno e non mancando di sottolineare quanto sia ricca, la Campania, di tesori tutti da scoprire. Importanti, inoltre, le parole di fede di Padre Alessio Romano, che hanno saputo riscaldare l’animo dei presenti.

È stato poi mostrato un video curato da Giuseppe Ottaiano in cui, in condivisione con la Comunità dei Domenicani del Santuario Madonna dell’Arco e dal Priore Padre Gianpaolo Pagano, sono state illustrate alcune delle bellezze presenti e nel Santuario stesso e nel Museo degli Ex Voto, posto all’interno della struttura del santuario, ed è stato spiegato il valore storico e culturale, religioso ma anche universale, degli ex voto e di ciò che essi raccontino delle anime umane che li offrirono.

Dopo la presentazione, un piccolo rinfresco era lì ad attendere gli ospiti del Laboratorio Culturale, che hanno potuto brindare e confrontarsi con i membri dell’Associazione Terre di Campania APS e, anche, iscriversi alla newsletter dell’associazione per continuare a rimanere aggiornati sui progetti futuri di Terre di Campania e supportare il lavoro svolto.

Ricordiamo che la guida sarà disponibile gratuitamente per tutti coloro che ne vorranno una copia presso il Laboratorio Culturale “Campania Bellezza del Creato”, ove vi aspettiamo numerosi per proseguire insieme il viaggio dedicato alla scoperta della Bellezza che questa nostra terra ha da offrirci.

 

Alessandro Baiano

Federico II di Svevia “Stupor Mundi” nella Mostra d’Arte di Gustavo Delugan

14 Settembre 2022

Federico II di Svevia “Stupor Mundi” nella Mostra d’Arte di Gustavo Delugan

Lo scorso 7 settembre, il Laboratorio culturale ha dato spazio ad un originale racconto “di legno” dell’esistenza federiciana, ad opera dell’artista Gustavo Delugan.

Riportiamo di seguito la riflessione dello storico dell’arte Mino Iorio, tra i relatori della serata, sulla mostra dedicata allo stupor mundi, visitabile fino al prossimo 22 settembre presso il Laboratorio culturale Campania Bellezza del Creato.

 

Sabatino Fatigati

Nell’universo delle “interpretazioni storico e artistiche” dedicate al grande imperatore Federico II di Svevia occupa un posto di eccezionale rilievo quella qui proposta dell’artista Gustavo Delugan, dal titolo “Federico II di Svevia Von Hoenstaufen Stupor Mundi”.

Per comprenderne l’essenza, dobbiamo alzare per un attimo lo sguardo e tentare una lettura d’insieme su cosa in fondo abbia rappresentato nel tempo la vicenda storica e umana di questo sovrano.

Quando Benedetto Croce, alla luce della sua concezione vichiana della conoscenza costruita intorno al Verum esse ipsum factum, contenuto nella Scienza Nuova del più grande filosofo napoletano del Settecento, concluse che lo stesso mito di Federico II di Svevia ne aveva condizionato profondamente “la sua vera Storia”, relegandone la figura a stereotipi o a “personaggi” di fatto mai esistiti, fu evidente quanto tutto ciò si sia creato, in un certo senso, ancor prima della sua stessa nascita, raggiungendo il culmine durante lo scontro tra papato e impero negli ultimi decenni del XII secolo e nel corso del XIII. Non a caso si tramanda che fu battezzato nell’acqua dello stesso fonte battesimale del duomo di San Rufino ad Assisi dove per certo furono battezzati San Francesco e Santa Chiara, vale a dire i campioni del pauperismo europeo.

In generale fu un ruolo che, da una parte, fu costruito ad arte dall’abilissima macchina propagandistica papale che accusò lo Svevo di eresia e d’incarnare addirittura l’anticristo e dall’altra ispirò, quando nei secoli successivi il mito crebbe a vista d’occhio entrando nella prima epoca moderna e nel periodo illuministico, il “primo grande gigante” simbolo della laicità dei popoli.

Nel Novecento non mancarono interpretazioni del tutto divergenti che cercarono di liberarsi di questi evidenti orpelli e faziosità come quella del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche che ha definito Federico II di Svevia, “Il primo europeo moderno di mio gusto” esprimendo un’interpretazione scevra da condizionamenti “a posteriori” e pronta a seguire l’ennesima parabola del supereroe tipico delle epopee nazionalistiche dell’Europa collocata tra i due grandi conflitti mondiali.

Ebbene tra queste diverse “letture” quella di Gustavo Delugan dove si collocherebbe?

Egli con capacità e tecniche mirabili raccoglie tutte insieme le linee di pensiero appena indicate e le concentra nel gusto e nello stile “intellettuale” della sua arte passando dalla scelta “pauperistica” di un materiale povero come il legno “di recupero” alla dichiarata affiliazione per l’esaltazione della conoscenza scientifica ipsum factum e il sapere matematico già molto in voga all’epoca di Federico, il quale elabora personalmente schemi che s’ispirano ai ritrovati aritmetici più importanti del suo tempo, come la serie di Fibonacci, la Sezione Aurea e le rispettive implicazioni nel campo geometrico e architettonico. Ovviamente le suggestioni continueranno nei secoli a venire e raggiungeranno, grazie alla presenza di opere come Castel del Monte in Puglia, architetti della levatura di Luigi Vanvitelli che trasfonderà nelle sue creazioni questi principi simbolici del tutto visibili e ulteriormente arricchiti da nuove intuizioni e teorie.

Di tutto questo Gustavo Delugan si fa interprete e crea i presupposti per nuove letture e inedite esplorazioni del tutto visibili attraverso le opere da lui qui proposte. Il legno ancora una volta costituisce la materia che più di ogni altra si adatta a queste rappresentazioni sceniche e strutturali ascrivendo Delugan nel novero di quegli artisti dalla visione minimalista e funzionale dell’arte contemporanea.

 

Mino Iorio
(Storico dell’Arte)

Rocche, fortezze e castelli in Campania – Federico II di Svevia

01 Settembre 2022

Rocche, fortezze e castelli in Campania – Federico II di Svevia

Una passeggiata d’arte lignea e fotografia lungo la via dei manieri campana in compagnia dello stupor mundi

Una lunga via dei manieri attraversa in lungo e in largo il Vecchio Continente, congiungendosi ad Oriente alla sua corrispettiva asiatica, anch’essa con la sua storia e le sue peculiarità. Di questa ricchezza di pietre europea, la nostra regione è, senza dubbio alcuno, custode di spicco: in una cornice naturale fortemente suggestiva, la Campania, terra di Feudi, Principati e Baronie, ospita innumerevoli fortezze e roccaforti soprattutto di epoca normanna.

Antichi giganti di pietra, testimoni e attivi partecipanti dell’evoluzione storica e custodi di un’identità territoriale che si incarna nei tesori materiali ed immateriali custoditi nel loro abbraccio di pietra, costellano la via dei manieri campana, un nastro sottile di straordinaria bellezza e ricchezza che, intrecciandosi con la via della fede, punteggiata di santuari, conventi e chiese, e con la via della natura, solcata da fiumi e laghi e attraversata da boschi lussureggianti, è in grado di unire punti anche lontani di una terra davvero speciale.

Il pluriennale viaggio per immagini di Giuseppe Ottaiano lungo questa via emozionante e suggestiva, testimonia l’inestimabile valore storico e culturale degli antichi giganti di pietra del nostro territorio, indelebilmente segnato dalla loro presenza, e ambisce a diventare il viaggio di ciascuno, una “iniezione” collettiva di Bellezza e Cultura, due baluardi minacciati dalle spinte disgregatrici del nostro tempo, fortezze preziose e salvifiche, sebbene sotto attacco, e per questo necessitanti della strenua difesa di ciascuno.

Il viaggio intimo del singolo diviene esperienza collettiva nel suo farsi “Museo dei Castelli”, stabilmente ospitato all’interno della splendida Torre normanna del Castello di Casalbore. Un immenso patrimonio iconografico e preziose conoscenze, custoditi tra le mura della Torre, rendono quello di Casalbore il castello per eccellenza della Campania. Pur non privato della sua identità, esso ha accolto l’essenza di ogni suo corregionale, si è fatto ognuno di questi castelli suoi fratelli, di più: è divenuto l’incarnazione di un ideale di Castello che, riprendendo ed in parte ampliando il suo tradizionale ruolo di difesa, custodia e scambio, sa farsi luogo di grande fermento culturale e promozione delle specificità di una terra meravigliosa.

Accanto all’incontro con il gigante di Casalbore, dal 7 al 22 settembre sarà possibile visitare la mostra fotografica di Giuseppe Ottaiano “Rocche, fortezze e Castelli in Campania” presso il Laboratorio culturale Campania Bellezza del Creato.

Il 7 settembre, in occasione dell’inaugurazione, prevista alle ore 18:00, a seguito dei saluti di Padre Gianpaolo Pagano O.P., Priore del Santuario, e di Maddalena Venuso, coordinatrice dell’evento, i convitati potranno ripercorrere, guidati da Giuseppe Ottaiano e Sabatino Fatigati, studente universitario, le tappe fondamentali del denso viaggio lungo la via dei manieri campana.

Accanto alle immagini come appunti di viaggio di Giuseppe Ottaiano, ampio spazio sarà destinato alla figura di Federico II di Svevia, tra i più noti signori dei castelli, a cui l’artista trentino Gustavo Delugan ha dedicato una mostra d’arte lignea che sarà possibile visitare.

Tra gli ospiti della serata, anche lo storico dell’arte Mino Iorio e Luigi Raia, direttore dell’Agenzia Regionale Campania Turismo.

Siamo tutti invitati il prossimo 7 settembre ad un inedito incontro d’arte, storia, cultura ed emozioni.

 

Sabatino Fatigati

26 maggio: Dante, Domenico e Francesco ospiti al Laboratorio Culturale

08 Giugno 2022

26 maggio: Dante, Domenico e Francesco ospiti al Laboratorio Culturale

Campania Bellezza del Creato celebra la santità complementare di due principi della Cristianità e la genialità sempre attuale di un profeta disarmato

Lo scorso 26 maggio, il Laboratorio Culturale ha ospitato “Domenico e Francesco nel Paradiso dantesco”, un evento culturale nella forma di una lectura Dantis, per riflettere in maniera originale sulla santità complementare di Domenico e Francesco, e parallelamente sul messaggio di speranza e di salvezza sotteso alla grandiosa architettura della Commedia, nonché sulla dimensione più profonda di Dante, genio e simbolo eterno come il capolavoro che ha donato alla posterità.

Versi scelti dai Canti XI e XII del Paradiso, che accolgono al loro interno il doppio panegirico dantesco, hanno costituito le pietre miliari del percorso di riflessione guidato da Maddalena Venuso, giornalista e Presidente Associazione Terre di Campania APS, e dai vari ospiti della serata, l’ideale alveo in cui incanalare un fiume di poesia, filologia, filosofia e riflessione appassionata, profonda e d’ampio respiro, intorno a Dante e a due figure complementari nell’ardore mistico e nella profonda saggezza, comandanti a pari grado mandati dalla Provvidenza per guidare la nave mercantile della Chiesa con il prezioso carico dei credenti in Cristo.

A seguito dei saluti di Frate Gianpaolo Pagano O.P., Priore del Santuario della Madonna dell’Arco, che ha ricordato il forte legame tra gli Ordini domenicano e francescano, i convenuti sono stati calati nel fitto dei due Canti, in primis contestualizzati dal frate francescano P. Giorgio Tufano O.F.M. Conv., che ha presentato l’insieme delle fonti bibliografiche a cui Dante ha attinto per una puntuale narrazione delle vicende francescane e domenicane.

A seguire, una dettagliata analisi dei Canti XI e XII, a cura del frate domenicano P. Francesco Narcisi O.P., ha posto in luce punti di contatto e differenze tra i due Santi, con particolare attenzione alle loro origini ed esperienze e scelte di vita, nonché all’impegno da entrambi profuso per il bene della Sposa di Cristo.

Un’insolita, magistrale traduzione in napoletano del Canto XII, ad opera del giornalista e studioso della Classicità Carlo Avvisati, ha fatto da piacevole intermezzo tra tale analisi e la presentazione, a cura del Dottore in Filosofia Pasquale Viola, dei sistemi filosofici aristotelico-tomista e platonico-agostiniano, all’interno dei quali si inseriscono le visioni del mondo dei Santi Tommaso e Bonaventura, per bocca dei quali Dante tesse le lodi dei due principi provvidenziali. Il napoletano dei versi del Canto XII del Paradiso ha sedotto i presenti, testimoniando ancora una volta la ricchezza, la profondità e la versatilità della lingua partenopea, che nulla ha da invidiare al volgare fiorentino.

Ha concluso l’evento Sabatino Fatigati, giovane studente universitario, che a seguito della lectura, ha guidato gli ospiti attraverso una rilectura Dantis, un percorso di rilettura dell’esperienza di letteratura e di vita di Dante, alla scoperta del suo volto più intimo e profondo: un volto profetico, gradualmente rivelato nella Commedia, di cui si colgono tracce negli stessi Canti XI e XII, nella misura in cui, come i Santi Francesco e Domenico, Dante si presenta ai suoi lettori come una figura bella e sempre attuale, una pietra d’inciampo, un riformatore integrale, un propugnatore di una spiritualità nuova che deve tradursi in un’epoca di ritrovata pace, ordine e moralità, un portatore di un messaggio di salvezza per l’umanità di ogni luogo e tempo, che proprio attraverso il sentiero d’immortalità costruito coi suoi versi divini, egli può raggiungere.

L’entusiasmo mostrato dal variegato gruppo di convenuti, testimonia la genialità rara e sempre attuale di un simbolo di cultura e lingua italiane, capace con le proprie opere di donare emozioni, grande bellezza ed un messaggio di speranza e salvezza anche a distanza di secoli.

 

Sabatino Fatigati