“Campania bellezza del creato”: una nuova tappa a Pozzuoli per il libro di Ottaiano

Venerdì 27 settembre, alle ore 19,00, a Pozzuoli, presso Pasticcerie Ranieri, la presentazione del libro fotografico dedicato alla scoperta del buono e del bello della nostra regione.

Quattordicesimo appuntamento per “Campania bellezza del creato”, l’ultima pubblicazione fotografica realizzata da Giuseppe Ottaiano, che sarà presentata a Pozzuoli venerdì 27 settembre, alle ore 19,00, presso Ranieri Pasticcerie, in corso Umberto I. Dopo un lungo viaggio in molti dei più suggestivi luoghi della Campania, il libro di Ottaiano, fotoreporter appassionato del buono e del bello della nostra regione che, da oltre 10 anni percorre in lungo e in largo i suoi territori nel tentativo di restituire una fotografia reale dell’immenso patrimonio ambientale, paesaggistico, storico e culturale della Campania, approda nella città costiera dei Campi Flegrei. “Campania bellezza del creato” intende rendere omaggio alla forza della Creazione che ancora sa meravigliarci. In un mondo sempre più complesso e difficile da decifrare, la bellezza resta un valore che può essere universalmente compreso, capace di parlare con chiarezza al cuore e alla mente. La pubblicazione, corredata di testi di presentazione e didascalie, tradotte anche in lingua inglese, ha il pregio di presentare al lettore luoghi spesso sconosciuti che hanno ancora molto da trasmettere al futuro visitatore. Il libro diventa, dunque, anche un invito a scoprire concretamente, vistandole, le bellezze raccontate dalle fotografie di Giusppe Ottaiano. Inoltre, alcune delle pagine del libro sono consultabili attraverso l’utilizzo della realtà aumentata. Basta scaricare gratuitamente su App Store e Google Play l’App MuseoCastelliIrpiniaAR e autorizzare le impostazioni richieste. Alla presentazione del libro interverranno: Gianluca Ranieri, Pasticcerie Ranieri; Vincenzo Figliolia, Sindaco di Pozzuoli; Alessandro Varavallo, Docente e Storico dell’Arte, Maddalena Venuso, Editor e Giuseppe Ottaiano, autore. “Campania bellezza del creato” è pubblicato dall’Associazione Culturale Terre di Campania per Iemme Edizioni.

Recensione a Campania bellezza del creato di Giuseppe Ottaiano

Il catalogo fotografico curato da Giuseppe Ottaiano è, nella sua vastissima galleria di scatti, di per sé già assai eloquente, sicché non necessiterebbe neppure di una sola parola per essere apprezzato dal pubblico: un’opera articolata in sei sezioni, che conducono l’osservatore lungo un ideale percorso che va dalle profondità marine dell’isola di Ischia fino alle superne cose dei cammini di fede che chiudono la caleidoscopica rassegna, in una sorta di ideale itinerarium mentis in Deum.

La possibile chiave di lettura di questo volume si cela, anzitutto, nelle parole dello stesso Ottaiano nella postfazione: l’autore, infatti, ci rivela che il suo libro è nato dalla necessità impellente di condividere con gli altri il Bello e il Buono della Campania. Si parva licet componere magnis, la diade platonica, magistralmente effigiata nei quattro affreschi della Stanza della Segnatura da Raffaello al principio del Cinquecento, prende concretamente corpo qui nell’ampio respiro dei paesaggi come nei dettagli minuti di un portale scolpito, a ricordarci il valore supremo della bellezza. Anche nel Simposio, la forestiera di Mantinea, rivolgendosi a Socrate, gli spiega che, per essere iniziati alle questioni d’amore, bisogna cominciare dalle bellezze di questo mondo e salire come per gradini fino alla scienza stessa della bellezza, conoscendo in ultimo ciò che questa bellezza è in sé. Nel Settecento, Alexander Gottlieb Baumgarten, il padre dell’estetica moderna, ribadiva ciò definendo l’estetica la scienza del conoscere sensitivo, ossia del campo della conoscenza sensibile, e la bellezza come la perfezione di tale forma di conoscenza. In questo senso, non appare azzardato definire Campania bellezza del creato come un testo dotato di un profondo valore gnoseologico, vòlto a guidarci nella conoscenza della bellezza della nostra terra.

Sarebbe tuttavia limitativo ridurre a questo l’intento dell’autore: gli va riconosciuta una finalità forse più nobile, quella etica;il desiderio di condividere la bellezza che egli ha saputo cogliere nel suo viaggio sul territorio conferisce alla meritoria opera di Giuseppe un valore civile: egli ha dimostrato al lettore, attraverso le immagini catturate dal suo obiettivo, come l’apprezzamento sincero del paesaggio naturale e antropico sia una delle più alte espressioni della tutela dello stesso, in linea con quanto sancito dal dettato del comma 2 dell’art. 9 della Costituzione (La Repubblica … tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione). Non può, infatti, esservi tutela dei luoghi senza la loro conoscenza viva e concreta e senza la passione e l’amore per essi.

Un ulteriore merito va, infine, attribuito al volume: Ottaiano ha polemicamente contrapposto al dominante “napolicentrismo”, secondo cui la Campania viene, sul piano mediatico,  semplicisticamente letta ed interpretata, uno sguardo d’insieme, capace di far emergere l’immenso, e talvolta insondato o addirittura misconosciuto, patrimonio dei territori interni della regione che si dispiega davanti agli occhi del lettore nelle pagine dell’opera. Ottaiano si pone sulla scia degli illuministi settecenteschi, come Paolo Mattia Doria ed altri, che denunciavano una situazione tuttora terribilmente attuale: la strabordante presenza della capitale vicereale che finisce con l’oscurare e l’annullare tutto il resto della multiforme e variegata identità campana. L’autore del saggio Alcune riflessioni intorno al presente governo del regno di Napoli sotto l’augustissimo Carlo VI nel 1733 scriveva polemicamente, ricorrendo ad una efficacissima immagine, che “si può dire il Regno esser simile ad una mostruosa figura che abbia una gran testa, che è la capitale di Napoli, ed un piccolissimo corpo, che è tutto il resto degli abitanti di esso regno”.Le energie, le risorse, le intelligenze della Campania sono da secoli assorbite voracemente dalla città capitale; lo sguardo “altro” di Ottaiano ha il pregio di intaccare questo sistema, mostrando che ricondurre tutto all’uno, in questo caso, è impossibile, anzi ingiusto.

Alessandro Varavallo

Gallery